B2. Il congiuntivo. Riflessioni sul suo uso.
Valeria Della Valle e Giuseppe Patota
Viva il congiuntivo!
Sperling & Kupfer, 2009
In controtendenza rispetto alle numerose opinioni che ritengono l’uso del congiuntivo in costante declino, i due linguisti Valeria Della Valle e Giuseppe Patota ne sostengono la vitalità e la prevalente correttezza nei più svariati ambiti del parlato e dello scritto.
Il congiuntivo è usato correttamente, non solo nei testi letterari, fermo restando, argomentano gli autori, che: «Quella tra indicativo e congiuntivo resta una scelta di stile, e l’assenza del congiuntivo, quando c’è, è motivata dalla volontà di riprodurre la spontaneità della lingua parlata», ma anche, per lo più, nel parlato radiofonico e televisivo e nei testi musicali: dove c’è un Biscardi che ne sbaglia molti c’è un Homer Simpson che non ne sbaglia uno; dove c’è un Celentano che ne ha sbagliato qualcuno, ma forse per spirito di contestazione, c’è una Irene Grandi che in testi anche molto articolati ne usa in abbondanza. Nel cinema da sempre le distorsioni delle forme del congiuntivo sono state messe, comicamente, a frutto: dal “ma mi faccino il piacere” (Totò cerca casa, 1949) e “venghino” (Totò, Peppino e… la dolce vita, 1961) di Totò, al “Batti lei!” del Fantozzi del 1975 di Paolo Villaggio.
A una certa, diffusa, ipersensibilità possono essere ricondotte, secondo gli autori, le opinioni più catastrofistiche sul corretto uso del congiuntivo: in questo caso, infatti, l’errore è tollerato da chi ascolta o legge molto meno che in altri casi, soprattutto se commesso da persone di una certa cultura o di un certa posizione istituzionale. Oltre alla storia grammaticale del congiuntivo, i due autori hanno corredato questo libro anche di esempi, citazioni e test di verifica.
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